sabato 3 ottobre 2009

NON VENITECELA A RACCONTARE

Oggi leggendo l’Unione Sarda abbiamo scoperto che il nostro territorio vivrà un’autentica rinascita grazie al fantastico “parco” eolico raccontato dal mago Rizzi.
Ma quale parco eolico! Dire “parco” è un’offesa a noi e ai parchi. Questo è un immenso impianto industriale di produzione di energia elettrica da fonte eolica che trasformerà un golfo splendido in una porcheria. Chi vede il bello in quest’operazione o è matto o mente per interesse.
La quantità di turismo o di pesca che noi abbiamo sembra che non sia abbastanza per meritare di essere salvaguardata. Dobbiamo essere come la riviera adriatica per dire no alle pale eoliche? Il nostro è un turismo basato sull’ambiente naturale e sulle tipicità locali. Forse non è abbastanza per le commissioni di valutazione e per i ministeri ma per noi è abbastanza. Di questo viviamo e vogliamo continuare a vivere.
A tutti piace l’idea delle fonti energetiche “rinnovabili” perciò ben venga l'eolico on-shore o off-shore, ma solo se non fa danni. Dove fa danni, l'eolico non è che una speculazione al pari di quella edilizia e dei grandi insediamenti industriali senza futuro.
Per chi non l’ha ancora capito, anche le pale eoliche, che ormai hanno l'aureola per quanto le stanno santificando, sono capaci di fare danni. Se installiamo in mare un campo eolico di 80 aerogeneratori alti 150 metri a meno di un miglio da un litorale abitato e turistico, io dico che si fanno tanti, tanti danni. Evitabili scegliendo un posto dove c’è poco da danneggiare. Ad esempio un posto più lontano dalla costa, e pazienza se la società che lo fa avrà meno margini di profitto.
E bisogna smetterla di dire "meglio l'eolico che...", perché è la formula con la quale ci siamo rovinati fino a ora. Domani diremo "meglio quest'altra cosa nuova che l'eolico" e vai a testa bassa con i grandi business e le cose fatte senza pensare.
L'eolico, come ogni altra cosa, va fatto con intelligenza, perciò non a Is Arenas. Punto.

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