martedì 27 ottobre 2009

RIVOLTA ANCHE A SANTA GIUSTA

Santa Giusta (OR). Ieri un'affollata riunione di Consiglio comunale, unanime il no al parco off-shore proposto da una società di Treviglio. Pescatori e cittadini: «Pronti alla rivolta»
«Le pale non solo non le pianteranno mai, ma non potranno neppure scaricarle dalle stive delle navi». I pescatori di Santa Giusta sono pronti alla guerra per fermare il parco eolico di fronte alla spiaggia di Abarossa. E se non basteranno le opposizioni formali al progetto della Raddusa Energy di Treviglio scatterà la rivolta: i pescherecci formeranno una grande catena per proteggere il Golfo di Oristano e i cittadini di Santa Giusta occuperanno le banchine del porto per bloccare lo sbarco degli impianti necessari per realizzare il parco. La battaglia è già iniziata: la rivolta popolare si estende. E da Is Arenas si sposta fino a Santa Giusta, sempre con lo stesso obiettivo: fermare l'installazione dei generatori di fronte alla costa oristanese.
LA DECISIONE Ieri il Consiglio della cittadina lagunare ha espresso forte e chiaro il suo no alla richiesta di concessione demaniale che una società lombarda ha presentato alla Capitaneria di porto di Oristano con l'intenzione di piantare venti pale, alte centoventi metri, a cinquecento metri dalla spiaggia di Abarossa. «Per ora portiamo avanti tutte le iniziative burocratiche possibili: opposizioni e altre procedure formali per far sapere al ministero delle Infrastrutture che quella concessione demaniale non deve essere firmata - grida davanti a mezzo paese il primo cittadino di Santa Giusta Antonello Figus - se non saranno sufficienti tutte queste iniziative siamo pronti a scendere in piazza, a organizzare qualunque tipo di mobilitazione. Io sarò in testa, insieme a tutta la popolazione, per bloccare qualunque tentativo di distruggere il nostro territorio».
MOBILITAZIONE I cittadini sono d'accordo: l'impegno sul fronte della battaglia lo esprimono con un applauso che incoraggia il sindaco a portare avanti con forza l'impegno contro il parco eolico.
Al Consiglio straordinario convocato ieri sera c'era davvero mezzo paese: anziani, famiglie intere, ragazzi e persino molti bambini. Tutti d'accordo, tutti pronti a scendere in campo contro l'idea della Raddusa Energy. Il progetto prevede l'installazione di venti tralicci nella zona sud del Golfo di Oristano: a 500 metri dalla riva e non molto distante da Capo San Marco. Al centro del golfo, comunque, potrebbe spuntare anche un altro impianto: di fronte a Torregrande, come sta progettando una società che ha già preso contatti con la Provincia ma che non ha ancora presentato una richiesta formale.
IL SINDACO «Immaginate che panorama sarebbero costretti ad ammirare i turisti che ogni anno vengono in Sardegna per visitare le rovine di Tharros - attacca ancora il sindaco Antonello Figus - non consentiremo a nessuno di realizzare uno scempio di questo tipo: né a società con pochi soldi, né a imprese molto ricche». D'accordo, anche se con qualche polemica, l'intero Consiglio. «La cosa più grave è che questo impianto è stato progettato da alcuni ingegneri dell'Università di Cagliari - denuncia l'assessore comunale all'Ambiente Alessandra Spanu - siamo molto preoccupati, vista l'esperienza di Termoli dove la popolazione e le istituzioni locali si sono espresse contrariamente e il ministero dell'Ambiente ha firmato la concessione demaniale».
GLI INTERVENTI Uno dopo l'altro intervengono i consiglieri comunali e regionali, poi i sindaci dei paesi vicini, i rappresentanti del comitato antiparco di Is Arenas. «Non vogliamo che nel nostro territorio nascano altri impianti che dopo poco tempo vengono abbandonati - attacca il consigliere di opposizione, Stefano Figus - Abbiamo già avuto la triste esperienza della zona industriale: un cimitero di stabilimenti vuoti, che non sono mai entrati in produzione". Il consigliere Salvatore Melis si scontra un po' col sindaco, ma poi sottolinea a gran voce: «Non siamo d'accordo a questo progetto. Eolico non significa solo energia pulita, in questo caso rischia di essere un danno per l'ambiente e il paesaggio».
Nicola Pinna

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