sabato 21 novembre 2009

Assalto delle torri eoliche sulla costa occidentale della Sardegna: cresce il fronte del NO

Arbus. Comune e Provincia sono contrari al progetto. Pale eoliche a Capo Frasca, la rivolta adesso è totale. Al coro di no si uniscono anche gli ambientalisti e semplici cittadini. «Parere favorevole soltanto al parco archeologico».
Da L'Unione Sarda, 19 novembre 2009, articolo di Santina Ravì.

Per una volta tutti d'accordo. Maggioranza, opposizione, semplici cittadini, ambientalisti e via dicendo: il parco eolico sulla Costa Verde non s'ha da fare, né ora, né mai. La notizia, secondo cui la società Sostenergy avrebbe presentato il progetto, per l'installazione di 80 pale sul mare di Arbus, fra Capo Frasca e Gutturu 'e Flumini, alla Capitaneria di Porto di Cagliari e poi trasferito per competenza alla gemella di Oristano, ha provocato grande sconcerto nella popolazione del Medio Campidano. E mentre in Provincia piovano le prime interrogazioni a firma dei consiglieri dell'opposizione, in ogni angolo del territorio si susseguono incontri, si programmano strategie, si leva forte il coro del no.
LA PROVINCIA Il primo a scagliarsi contro «un'idea assurda, folle e scellerata» è il presidente della Provincia Fulvio Tocco: «Per un territorio che, agli occhi del turista colto ed amico dell'ambiente, punta ad affermasi come una delle mete più importanti del Mediterraneo, sarebbe un danno d'immagine incalcolabile. Un'idea malsana. No, non ci sarà via libera ai signori del vento sulla linea di tiro del poligono interforze di Capo Frasca. Non ci lasceremo ingannare da chi ha condotto l'operazione in sordina, lavorando nelle tenebre e che solo per un errore di competenza ne siamo venuti a conoscenza dai giornali». Ricorda che il lieto fine sarà riservato solo al parco dei Fenici. «Un'area che abbraccia emergenze archeologiche di straordinaria importanza storica e che ora non può e non deve restare a guardare l'impatto devastante delle vicine pale al vento».
IL SINDACO Non meno forte e decisa è la posizione del sindaco di Arbus, Mondo Angius. «Ho partecipato - spiega - agli incontri organizzati per scongiurare il parco di Is Arenas. Figuriamoci se ora posso lasciar passare l'iniziativa sulla mia terra. E non perché sia contrario alle fonti energetiche alternative, quanto piuttosto perché l'opera fa a pugni col Piano paesaggistico, riduce le possibilità di intervento da parte delle comunità locali, deturpa un paesaggio di enorme rilevanza ambientale. Pensiamo alle dune di sabbia dorata, alla colonia di Funtanazza, all'area marina protetta, ai siti d'interesse comunitario, già finanziati e pronti per il lascia passare agli interventi di recupero, protezione e salvaguardia».
IL NO Il parco, "nemico" del mare arburese, prevede l'occupazione di un'area che si estende per circa 12 chilometri in lunghezza e per oltre un chilometro e mezzo in larghezza. Le singole torri, che dovrebbero essere piazzate su tre file, la prima delle quali a una distanza di 2.500 metri dalla battigia, superano i 100 metri di altezza, con una potenza attorno ai 100 megawatt.


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